CORSI E “RICORSI”STORICI ANNULLATI

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Corsi e “ricorsi” storici annullati
Alla vigilia del processo, davanti al Consiglio di Stato, la F.C. Juventus ha rinunciato al ricorso che aveva presentato affinché venisse ribaltata la sentenza del Tar del 2016. Una sentenza quest’ultima che aveva negato il risarcimento “del danno ingiusto” scaturite dall’assegnazione dello scudetto del 2026 all’Inter di Moratti. E le cifre richieste, alla “Federazione Gioco Calcio” erano di 440 milioni di euro circa. Allora perché ritirare tale ricorso che avrebbe, se accolto, ridato dignità alla verità dei fatti che accaddero in quel sesto anno del nuovo millennio? Per comprendere bene ciò che è accaduto bisogna, come sempre, fare un salto indietro e ricordarsi di ciò che “la Vecchia Signora” subì con calciopoli. Allora, al comando della super formazione piemontese c’erano Moggi, Giraudo e Bettega. Qualche anno prima era deceduto l’Avvocato Agnelli e, poco dopo, anche il Dott. Umberto scomparve. All’interno della “famiglia” iniziò una lotta per il comando. Una “guerra che vedeva John Elkan, nipote dell’Avvocato, da una parte e gli “umbertiniani” dall’altra. Fazione, quest’ultima, a cui appartenevano Moggi e company. Dunque bisognava mandarli via! Così, “calciopoli” risolse il problema.

 

 

 

Venne messo su un clima di “caccia alle streghe bianconere”, con annesso processo, chiamato appunto “calciopoli”, che decapitò una squadra che, con la casacca bianconera, dominava negli stadi italiani ed europei. Molti di loro erano in campo tra i ventidue della finale della Coppa del Mondo di Berlino del 2006. La Juve, senza i suoi ingombranti dirigenti, venne spedita in serie B, su richiesta del suo avvocato difensore. L’inter, che non aveva mai vinto nulla, (nonostante le telefonate agli arbitri che ne avrebbe dovuto decretare l’accusa per illecito sportivo, e quindi la potenziale retrocessione, come scrisse il procuratore Federale Stefano Palazzi), ricevette in dono lo scudetto 2005-2006 senza che quest’ultimo fosse oggetto di indagine. A sancire, la comunanza di interesse, tra le due fazioni, ci fu poi la “vendita”, proprio alla società nerazzurra, di due gioielli bianconeri: Vieira e Ibrahimović. Le fortune dellasquadra milanese, culminate con la Champions League del 2010, iniziarono così. In quel clima, anche nel 2006 pendeva un ricorso al Tar del Lazio presentato della Juve contro la retrocessione. Infatti, il 24 agosto del 2006 il nuovo presidente bianconero Cobolli Gigli affermava: “Questa mattinaabbiamo inviato il ricorso alle procure e entro domani verrà depositato al Tar che lo esaminerà e dovrà comunicarci una data. Data che potrebbe essere anticipata rispetto al 6 settembre, per il bene nostro e di tutti. Abbiamo già notificato il ricorso a tutte le parti le interessate”. L’Inter avrebbe così perso lo scudetto di cartone del 2005- 06 che gli aveva assegnato Guido Rossi. Cobolli Gigli spiegava le motivazioni
juventine affermando: “E’ un diritto, ma soprattutto un dovere verso i tifosi juventini, che sono il 25% di tutti quelli italiani. Siamo consapevoli di vivere una situazione di relativa tensione, ma non siamo spaventati. Ottenere la A sarebbe una soddisfazione per la società, i tifosi e gli azionisti: è un campionato che ci spetta. Continuo con assoluta tranquillità a spiegare che c’è stata una disuguaglianza di trattamento tra la Juve e le altre società. Inoltre in serie B una situazione economica pesante comporterebbe una pena nettamente superiore a quella che un’altra qualsiasi squadra potrebbe sopportare”. Il 31 agosto successivo, dopo un lungo consiglio
di amministrazione, la Juventus all’improvviso comunicava la decisione di ritirare il ricorso presentato al Tar del Lazio. La motivazione era da ricercare in queste parole: “il ritiro del ricorso è avvenuto dopo aver preso atto dei significativi segnali di disponibilità mostrati dalle istituzioni sportive. Questa apertura costituisce un netto cambiamento rispetto al termine della conciliazione”.
Sono trascorsi 17 anni e la storia, che è maestra di vita, puntualmente si ripete. Da una inchiesta della procura sportiva la Juve viene accusata di aver fatto delle plusvalenze non regolari è penalizzata di dieci punti in classifica. Il vertice societario condannato, a cominciare dal presidente Andrea Agnelli, viene allontanato senza battere ciglia, nonostante avessero conquistato nove scudetti di fila e innumerevoli altri trofei. Una nuova dirigenza, targata Elkan, si affaccia all’orizzonte e dichiara, con il suo nuovo presidente GianlucaFerrero, che: “rinuncia al ricorso in difesa e in rappresentanza della Juventus Football club” contro “la Federazione gioco calcio” e “Inter Milano spa”. Chissà che qualcuno non abbia sussurrato, nelle orecchie giuste, possibili accordi di diciassette anni prima. Sembra proprio il caso di dire: <>.
In ogni caso, le lancette dell’orologio sono state riportate indietro a quel fatidico 2006. E, ieri come oggi, ad essere felici, sono tutti i rappresentanti di quella “Santa inquisizione anti-iuventina” che possono, finalmente, riassaporare le brezza di qualche vittoria dopo aver ingoiato amaro per un decennio. Possono giustificare le loro sconfitte con le “malefatte” della “Vecchia Signora”. Dunque, la logica, sembra suggerirci che un’altra “notte dai lunghi coltelli” sia stata consumata nelle stanze del potere, e di famiglia, della squadra a stelle e strisce bianconere. Il tutto a discapito di chi ama la Juventus e non ha mai “digerito” il male e l’ingiustizia di cui è stata vittima in questi anni. La consolazione, viceversa, arriva dalla certezza che la vicenda calciopoli non è ancora finita. Infatti, ci sono ancora in piedi due ricorsi: uno di Antonio Giraudo e uno di Luciano Moggi. Si sono appellati alla Corte Europea dei Diritti dell’uomo depositando i loro ricorsi per la violazione del diritto di difesa che sarebbe stata consumata sia in sede sportiva che in sede penale. Chissà come verranno decisi tali ricorsi. Di sicuro abbiamo la certezza che non verranno ritirati.Antonio Pesca

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