LA JUVENTUS ANNUNCIA L’AUMENTO DI CAPITALE

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Pare ormai certo un aumento di capitale in casa Juventus, per rilanciare il piano industriale del club bianconero. No, ribadiamo, alla vendita della società, mentre non è escluso l’ingresso di un socio di maggioranza. In un primo momento, l’ipotesi era quella di una ricapitalizzazione non proprio ingente, ma negli ultimi tempi ha preso corpo un aumento di capitale importante, in modo tale anche da chiudere la questione “CR7 Bond”. Si tratta del bond da 175 milioni di euro emesso nel febbraio del 2019 e che scadrà il 19 febbraio del 2024. Tra pochi giorni, in concomitanza con il Consiglio d’Amministrazione per l’approvazione del bilancio, dovremmo avere maggiori dettagli.

Quello che vi raccontiamo troverà conferma anche altrove nelle prossime ore e nei prossimi giorni. Quello che era una sorta di segreto di Pulcinella è ormai tacitamente svelato: la proprietà della Juventus (leggasi John Elkann) è pronta ad una importante e imminente ricapitalizzazione. Sarà la risposta, con i fatti, alle tante accuse giunte da una tifoseria severa che accusa di scarsa attenzione chi governa il club. Ci sono diversi modi di dimostrare amore, c’è chi lo fa di pancia e chi lo fa con la testa. C’è chi lo fa spingendosi oltre le reali possibilità e chi aspetta il momento giusto dopo aver pianificato e preparato il terreno. Proviamo a spiegare il modus operandi della proprietà della Juventus e successivamente sveleremo le cifre.

La guerra fatta nei confronti della Juventus da giustizia ordinaria e sportiva particolarmente solerti nei confronti del club bianconero, al punto da costruire e portare avanti un’indagine con una procura che non aveva competenza ad agire, ha inevitabilmente portato ferite al club. Ne hanno fatto le spese l’ormai ex presidente Andrea Agnelli e tutto il CdA dimessosi in blocco. Il resto è storia che conosciamo bene: il governo tecnico instaurato da Elkann per studiare le carte e trovare la strategia di uscita ideale da una situazione forzata ma di assedio per il club. Mentre Allegri e la squadra cercavano di salvare il salvabile, il club ha cominciato una corsa contro il tempo per limitare i danni; elaborando una strategia legale che potesse far cadere tutto il castello accusatorio, verificando le fatture contestate e riscontrando quello che poi ha ammesso e sentenziato anche il Gip: non avevano portato a effetti significativi sui bilanci e quindi ad un “concreto vantaggio fiscale”. Ma la Giustizia Sportiva si muoveva, nel frattempo, alla velocità della luce per cercare di colpire la squadra prima di veder smontare le accuse. Morale: si sceglie la strada del patteggiamento per chiudere ogni pendenza (benché illogica e illegittima come svela la decisione dei giudici della Quinta sezione della Cassazione che hanno dichiarato l’incompetenza territoriale della Procura di Torino ad indagare) ma per preparare il club a quello a cui assisteremo a breve.

E veniamo alle cifre della ricapitalizzazione che ora anche il club comincia a svelare e voler portare alla luce: la cifra sarà oltre i 150 e sotto i 300 milioni di euro, quantificare la cifra esatta è difficile perché prima di mettere in pratica la ricapitalizzazione andranno spostati fondi da diverse holding; la cosa importante è che la volontà c’è ed è concreta e i tempi sono anche stretti: l’idea è di sbloccare tutto entro il 2025 ma si sta lavorando per accelerare ulteriormente l’operazione anche e soprattutto per far respirare bilanci, per nuovi investimenti e per presentare una situazione migliore a possibili nuovi soci in entrata. E qui arriva l’altro motivo per il quale si è giunti al patteggiamento.

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