GLI AGNELLI E LA JUVENTUS UNA LUNGA STORIA D’AMORE

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Agnelli e Juventus, da più di novant'anni connubio indissolubile tra  impresa e sport

Una storia d’amore lunga cent’anni. Sono quelli che legano la famiglia Agnelli e la società di calcio più blasonata d’Italia: la Juventus. Correva il ventiquattro luglio del 1923 quando Edoardo Agnelli, figlio del fondatore della FIAT Giovanni, assumeva la presidenza della quadra a strisce bianconere. Iniziò ufficialmente, quel giorno, il sodalizio tra la famiglia Agnelli e la squadra di calcio torinese nata un quarto di secolo prima. Le cronache dell’epoca raccontano che il Fondatore della Fiat, in quel momento uno dei più grandi colossi industriali del nostro Paese, avesse intuito le potenzialità del calcio e le passioni che regalava negli spettatori. Così decise di acquistare quella squadra, che scendeva in campo con la casacca bianconera, per condurla, con i metodi propri di un’azienda moderna, al raggiungimento della vittoria. Fu una svolta che cambiò il destino non solo della Juve, ma dell’intero sistema calcistico nostrano che venne proiettato ai primi posti nel mondo. Ma la passione per la Juventus si impadronì ben presto dei componenti della famiglia. Prima Edoardo, poi i figli Gianni, (l’Avvocato), Umberto, il nipote Andrea e tanti altri hanno scritto pagini indimenticabili e reso, la Juventus una squadra leggendaria, seguita da milioni di tifosi in Italia e nei cinque continenti. Ma hanno attirato anche tanto odio. Le vicende del 2006, e quelle dell’ultimo anno, sono lì a testimoniarlo. Anche se, ad onoredel vero, probabilmente le lotte interne di potere hanno giocato un ruolo decisivo. In ogni caso, visto cos’è accaduto in questo ultimo anno calcistico, e la pena inflitta alla Juventus in un processo, (processo per modo di dire), dove è sembrato che il “pregiudizio” svolgesse un ruolo preminente, vale la pena ricordare che il primo centenario, del sodalizio Agnelli – Juve, si chiude così come si era aperto, ovvero con una vicenda di carattere giudiziario-sportiva. Infatti, la prima presidenza degli Agnelli si aprì con il cosiddetto “caso Rosetta” che lasciò l’amaro in bocca per le disparità di trattamento ricevuto dalla Juve rispetto ad altreformazioni calcistiche.

 

Juve Agnelli, 100 anni di storia | Gazzetta.it

 

 

 

 La vicenda iniziò quando la compagine della Pro Vercelli, che aveva già vinto sette scudetti, cominciò a navigare in cattive acqueeconomiche. Insomma, non riusciva più a garantire quel rimborso spesa, che prima elargiva, con cui venivano disattesi i dettami propri del dilettantismoche vietava i pagamenti ai calciatori. Così, due dei suoi migliori giocatori pensarono bene di accordarsi con altre squadre che avevano, nel frattempo, cominciato a dispensare uno stipendio. L’attaccante Gustavo Gay si accordò con il Milan, senza che nessuno avesse nulla da ridire. Forse perché Ulisse Baruffini, dirigente del Milan, era anche il presidente della “Lega Nord” che organizzava i campionati e, inoltre, amministrava la giustizia. Mentre, nel caso dell’accordo tra Virgilio Rosetta, e la Juve, scoppiò un putiferio. Iniziò una battaglia tra la potente lega delle squadre del Nord e la FIGC. Quest’ultima diede un parere favorevole alla squadra bianconera che schierò il calciatore nelle prime tre partite del torneo vincendole tutte. Ma la Lega Nord, quelle partite, le decretò come “sconfitte a tavolino”. Finché nelle querelle venne coinvolto anche il Coni che commissariò la Figc edecretò le tre sconfitte a tavolino. Sopraggiunse un successivo accordo (molto simile a quello di due mesi fa) e la Juve scivolò dal primo posto finale al quinto. Versò, poi, nella stagione successiva un assegno da cinquantamila lire nelle casse della Pro Vercelli.

Gianni Agnelli, una vita di passioni sportive dalla Juventus alla Ferrari -  la Repubblica

 

 

 

Mentre al Presidente Edoardo Agnelli, che non si capacitava dell’ingiustizia subita, sembra che un dirigente ante-litteram della federazione gli disse: «Vede, presidente, nel nostro movimento c’è chi non vede l’ora di fregare un AGNELLI, adesso che è presidente della Juventus».Beh, visto gli ultimi avvenimenti, si può dire che nulla è cambiato. Anzi, si può dire che l’odio riversato sulla “Vecchia Signora”, dopo le tante vittorie, è aumentato. Infatti, ci sono degli anti juventini che, pur di vedere la squadra a strisce bianconere messa alla gogna, venderebbero loro stessi, e i loro affetti, ad un harem.  Dunque, è trascorso un secolo e la Juventus e gli Agnelli rappresentano ancora un binomio. Forse,perché, come disse l’Avvocato: «La Juventus è la compagna della mia vita, mi emoziono quando vedo entrare quelle maglie in campo. Cosa vuol dire essere innamorato della Juve? Significa svegliarsi contento il lunedì mattina perché il giorno prima la Juve ha vinto.» Appunto, La Juventus è una passione e un’emozione senza limiti. Ovviamente, la speranza è che chi ne detiene oggi le sorti, abbia la stessa passione calcistica bianconera, e provi le stesse emozioni, dei suoi antenati. Antonio Pesca

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