ESAME DI SUAREZ PARLA IL RETTORE : “NESSUNA ANOMALIA FU REGOLARE”

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Il rettore dell’Università di Perugia Maurizio Oliviero non ha “mai avuto l’impressione che si stessero facendo forzature o irregolarità” sull’esame di Luis Suarez su cui si sta celebrando il processo nei confronti dell’allora rettrice dell’Università per Stranieri di Perugia, l’ex direttore generale e l’ex responsabile del centro di valutazione. È quanto ha sostenuto oggi il docente, chiamato a testimoniare sul caso della prova “farsa” di lingua al calciatore uruguaiano per il conseguimento della cittadinanza italiana. E ricordando la raccomandazione a fare “tutto con la massima regolarità” come “presupposto”. Il rettore dell’ateneo umbro è stato chiamato a deporre perché ritenuto il tramite tra la Juventus, il club in cui l’attaccante sarebbe dovuto andare, e l’Università per Stranieri di Perugia, la struttura (distinta dall’Università di Perugia) deputata a svolgere gli esami di lingua di questo tipo: “Né la Juventus né l’università per gli stranieri mi hanno prospettato vantaggi o tornaconti per l’esame di italiano di Suarez”.

Oliviero ha confermato che, come emerso dalle intercettazioni telefoniche, aveva contattato il direttore generale dell’Università per Stranieri di Perugia, Simone Olivieri, per chiedere se fosse calendarizzata una prova nel settembre del 2020, quando poi venne sostenuta effettivamente, il 17, da Suarez. “Contattai prima di tutto il dg per sapere se ci fosse un esame di lì a poco, poi avvertì della possibilità la rettrice, Giuliana Grego Bolli, per correttezza istituzionale”, sottolineando, ha precisato il rettore rispondendo alle domande del pm Paolo Abbritti, come quella dell’esame di un noto calciatore “fosse una bella opportunità anche di immagine per l’ateneo”, ma “da parte mia nessuna indicazione su chi avrebbe dovuto seguire la pratica”. Il rettore ha, inoltre, spiegato di essere stato contattato da Federico Cherubini, allora dirigente bianconero “perché tra noi c’è una conoscenza anche perché lui è umbro e, come spesso succede, quando si parla di università a Perugia si pensa a noi, piuttosto che alla Stranieri. Gli spiegai che il nostro ateneo non si occupava di questo tipo di procedure, ma che mi sarei informato. E così feci”.

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