LA PROCURA FEDERALE OMETTE UNA CARTA SEGRETA, LA PORCHERIA SI ALLARGA
Una carta segreta, un carteggio tra la procura federale e la covisoc è tenuta volutamente nascosta dal procuratore federale. Stanno agento in malwefede e lo si puiò appurare ogni giorno che passa. Dalle motivazioni si saprà quale sarà la giustificazione della corte federale rispetto a questa sentenza apparsa fuori luogo a troppo sanzionataria rispetto ad un primo intervento conclusosi con un nulla di fatto. Per gli inquirenti un carteggio (con la Covisoc) tutt’altro che degno di interesse in quanto «non costituiva atto d’indagine». E invece per la difesa bianconera un documento di rilevanza tale da poter portare all’inammissibilità dell’intero processo. Se solo venisse depositato, ovvio, come da reiterate richieste avanzate da buona parte dei club che strada facendo sono stati coinvolti nell’inchiesta sportiva sulle plusvalenze (Tribunale, Corte d’Appello, revocazione). Al momento è impossibile dare maggiore credito all’una o all’altra parte e persino valutare fino a che punto in ballo ci sia un semplice tecnicismo oppure una questione più sostanziale. Certo è, però, che quest’alone di mistero su un documento (protocollato, peraltro) inutilmente chiesto da più parti non fa altro che alimentare ulteriori dubbi in chi dubbi già ne nutre parecchi. Il mistero, oggettivamente, c’è. C’è perché la Juventus – ma in realtà era in buona compagnia del Pescara, in primis, poi del Parma, della Sampdoria… – ha più e più volte provato a prendere visione dell’ormai fantomatica “nota 10940” che la Procura Federale ha inviato alla Covisoc (Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche) nel lontano aprile del 2021. Ma in tutta risposta ha ottenuto dei sonori due di picche. Un secco no l’ha ricevuto dal procuratore Giuseppe Chiné a seguito dell’istanza formalizzata il 14 marzo 2022 in quanto quella nota «non fa parte della documentazione acquisita nell’ambito del procedimento disciplinare» e poi ancora il 6, l’11 e il 12 aprile 2022. In queste occasioni ci aveva provato sia con Covisoc (nada) sia con la Procura la quale ha precisato che «la nota del 14 aprile 2021 non costituisce atto d’indagine» e dunque «rimane estranea al fascicolo e all’attività istruttoria». Ma cosa ci sarà mai scritto in quella nota? Perché la Juventus teneva/tiene così tanto a visionare quel carteggio? Perché Covisoc e Procura hanno così a cuore che non sia messa a disposizione della controparte? Andiamo per ordine, innanzitutto spiegando che è la Covisoc stessa che – nel documento in cui informa la Procura dell’avvio di attività di controllo – fa riferimento alla nota in questione richiamando le “indicazioni interpretative” che vi erano presenti. E ancora, sottolinea Covisoc, è proprio sulla scorta di queste “indicazioni interpretative” che l’organo di vigilanza segnala alla Procura alcune «fattispecie per le quali non è agevole apprezzare quali siano i criteri a cui si sono attenuti i contraenti allo scopo di pattuire il relativo prezzo» (sì, insomma, detto semplice: c’era qualcosa che non tornava in certe operazioni di mercato). Più di così, non è dato sapere. Tanto basta, però, ai legali bianconeri (e a quelli delle altre società coinvolte) per chiedersi se e perché la Procura Federale abbia avuto “interazioni” con la Covisoc ad aprile in merito ad attività di controllo e procedimenti disciplinari aperti formalmente ad ottobre. E’ la stessa Covisoc, peraltro – rimarca la Juventus nella memoria difensiva del 16 gennaio – che fa riferimento a “pregresse interazioni”.
Nota legale
La Juventus, tanto per cominciare, sostiene che quella nota del 14 aprile 2021 avrebbe dovuto essere considerata parte della documentazione relativa alle indagini e messa a disposizione delle parti. E ancora, soprattutto, che proprio il 21 aprile 2021 (e non il 26 ottobre 2021) debba dunque essere considerata come data di instaurazione del procedimento, con annessa conseguente scansione dell’iter processuale: 30 giorni per l’iscrizione della notizia nell’apposito registro, termine dei 60 giorni per la durata delle indagini. Morale della favola: sarebbero inutilizzabili gli atti di indagine successivi al 14 luglio 2021, relazione conclusiva di indagine compresa. Banalizzando al massimo: azione disciplinare inammissibile.