RABIOT, SENZA ALLEGRI, TRASCINA LA FRANCIA,L’ARGENTINA CADE SUBITO LA POLONIA PAREGGIA/I RISULTATI DELLA TERZA GIORNATA MONDIALE
Rabiot straripante: gol e assist con l’Australia, tifosi Juve scatenati
Sblocca Goodwin al 9′ subito dopo l’australia vicinissima al raddoppio, pareggia Rabiot al 27′. Il vantaggio transalpino con Giroud al 32′. Mbappé sigla il gol della sicurezza al 68′. Ei Giraud al 71′ firma la sua doppietta
Dopo quello degli inglesi, ai mondiali in Qatar arriva anche lo squillo francese: i Bleus, campioni in carica, soffrono meno di un tempo con l’Australia, che passa in vantaggio ma viene poi ribaltata con straordinaria sicurezza dagli uomini di Didier Deschamps. Nonostante i tanti forfait – dominano quelli di Pogba, Kanté e Benzema – i francesi hanno un assetto di squadra ormai rodato e alla prima uscita in Qatar hanno confermato di essere seriamente candidati a fare il bis dopo Russia 2018. Giroud, riserva di Benzema, ha segnato una doppietta di forte sapore milanista. E a guidare la riscossa dei Bleus, inizialmente sorpresi, è stato un Rabiot che ormai ha convinto anche Deschamps, a lungo scettico sulle sue qualità.

La partita – la prima del mondiale allo stadio Al Jaboub ad Al-Wakra, sul mare, con forme ispirate dagli scafi delle barche dei pescatori di perle – dura soltanto un tempo.
Le squadre entrano in campo guardandosi allo specchio, entrambe schierate con il 4-1-2-3, con Deschamps che rinuncia a restituire subito la maglia da titolare al convalescente Varane. I primi minuti sono dei Bleus, che sembrano padroni del campo, ma basta poco agli australiani per prendere le misure. E’ il 9′ quando arriva la doppia penalità per i francesi: Souttar trova Leckie sulla destra, contrasto regolare con Lucas Hernandez che resta a terra, cross al centro per Goodwin che – di sinistro – batte Lloris con una palla sotto la trasversa. Lucas Hernandez resta a terra, nel contrasto si è infortunato al ginocchio e lascia il posto al fratello Theo. I bleus tentano di reagire ma gli australiani, robusti ma ruvidi, non sembrano spaventarsi per le accelerazioni di Mbappé e controllano benissimo la situazione. Al 22′ è ancora l’Australia a provarci da lontano con Duke, che manca di poco la porta.
Nel momento peggiore dei Bleus, arriva il pareggio di Rabiot: 27′, corner respinto dalla difesa australiana, riprende Theo Hernandez che mette al centro un pallone per Rabiot che arrivando da dietro infila di testa e va ad esultare. Passano 5 minuti e tocca a Giroud, che fino a quel momento ha toccato pochissimi palloni, ribaltare la situazione: il gol è tutto made in Italy, recupera il pallone Rabiot a metà campo, scambia con Mbappé e mette una palla d’oro in area dove il milanista arriva di destro per battere Ryan. Prima dell’intervallo c’è un’occasione d’oro per Mbappé, che tira al volo ma il pallone, da pochi metri, finisce alto. E soprattutto per Irvine, che di testa sfiora il pareggio per l’Australia: palo a Lloris battuto.
Nella ripresa, gli australiani è come se restassero negli spogliatoi. In campo rientrano soltanto i giocatori in tricolore, maglia blu, pantaloncini bianchi e calzettoni rossi. Attaccano, pressano e tengono il pallone, gli avversari in maglia gialla non riescono a imbastire più nemmeno un’azione e appaiono in balia degli avversari. Al 22′, Behich salva sulla linea un tiro a botta sicura di Mbappé, un minuto dopo bel cross di Dembelé dalla destra dell’area di rigore, fra due difensori più alti di lui sbuca Mbappé che di testa corregge sul palo e in rete. Gli australiani svaniscono ancora di più e al 26′ Mbappé con un paio di strappi semina i difensori sulla sinistra e mette un cross perfetto al centro, testa di Giroud e doppietta. L’attaccante del Milan, con 51 gol, raggiunge fra i Bleus lo score di Thierry Henry, capocannoniere francese di tutti i tempi.
L’ARGENTINA CADE SUBITO

Sembrava l’inizio del sogno, era solo l’anticamera di un incubo. Argentina in vantaggio dopo 10′ con un rigore di Leo Messi, l’eroe più atteso, osannato dalla folla enorme che ha colorato di bianco e celeste il bellissimo Lusail Stadium (80 mila spettatori). Dieci minuti per stappare il suo quinto Mondiale, quello della programmata redenzione dopo tante amarezze. Strada apparentemente in discesa verso il 37esimo risultato utile consecutivo, quello che avrebbe portato l’Argentina al record del mondo, accanto all’Italia di Mancini. Invece la partita si complica, la Scaloneta gioca male, tradita da troppe stelle e dalla tensione del debutto.eADV
Il c.t. Scaloni ci ha messo del suo con un azzardo a sorpresa andato male (Papu Gomez). A inizio ripresa, l’Arabia Saudita piazza un uno-duo terrificante: pareggia Saleh Al-Shehri con un diagonale stampato sul muso di Romero, segna il gol della gloria Salem Al-Dawsari con una meravigliosa parabola all’incrocio. Saleh, Salem e tanti saluti. L’Argentina annaspa come chi sta per annegare e non riesce più a portare a riva il risultato. Dawsari un suo posticino nella storia se lo era già ritagliato nel lontano 1994 quando, con un gol al 95’ contro l’Egitto, aveva regalato all’Arabia Saudita la prima storica vittoria in un Mondiale. Ora dalla storia, il talentuoso Salem non esce più.
oveva essere la partita del 10. Infatti lo è stata, ma l’altro 10: Salem Dawsari. Dopo le belle sensazioni raccontate alla vigilia, Leo Messi è finito sotto un treno, come in tanti Mondiali precedenti. Vediamo se si rialzerà. Fa ancora in tempo a conquistare il mondo come fece Maradona. Ma per ora, lo ha imitato solo in un esordio da incubo. Alla prima di Italia ’90, anche Oman Biyik (Camerun) segnò all’inizio della ripresa e l’Argentina, poi finalista, non recuperò più.
Al 2’ Messi aveva già tirato in porta (Al-Owais ci arriva in tuffo) e al 10’ aveva già messo la palla in rete: rigore per cintura di Abdulhamid su Paredes in una battaglia di posizione su azione d’angolo. La partita sembra spianata e invece l’Argentina non riesce mai a prenderla in mano come vorrebbe e tanto meno a chiuderla. Merito dell’Arabia che non molla e si appiccica addosso al nobile dell’avversario e colpa dell’Albiceleste che fatica a costruire. Renard ha piazzato Al-Malki davanti alla difesa per intercettare Messi e alzato Al-Shehri di punta per pressare e tentare l’offensiva della gloria. Un 4-1-4-1 a linee strette, tutto lotta e sacrificio, che l’Argentina fatica a perforare, soprattutto perché non riesce a mettere in gioco le ali creative, Di Maria e Gomez, pessimo entrambi, e si ostina a cercare l’imbucata centrale. Scaloni ha tirato fuori dal cilindro il Papu proprio per allargare il campo (4-2-3-1), ma la squadra non ha raccolto il messaggio e la rinuncia a un centrocampista (Mac Allister) e al 4-3-3 complica la costruzione. Il fuorigioco sbandiera via un paio di gol di Lautaro che in entrambe le occasioni mette dentro di fino, segno che il Toro c’è. Il problema è rifornirlo.

L’Argentina probabilmente è convinta che l’Arabia, alla distanza, allenterà la pressione e aprirà spazi, invece a inizio ripresa cadono i 5 minuti che non dimenticherà più. Minuto 3’: l’ex juventino Romero perde sciaguratamente un duello con Al-Shehri che mette dentro un diagonale perfetto. Minuto 8′: Salem Al-Dawsari, l’eroe d’America, converge da sinistra e disegna la parabola che tutti i bambini della terra sognano di mettere all’incrocio in un Mondiale. Sorpasso incredibile. Scaloni prova a mettere ordine e sangue nella squadra, togliendo tre fantasmi (Romero, Paredes e Gomez) e inserendo Lisandro Martinez, Fernandez che diventa il regista del nuovo 4-3-3 e Alvarez che va a dare una mano a Lautaro.
Ma l’Argentina ormai è nel pallone, attacca confusa e disordinata, senza costruire una vera, limpida azione da gol. E quando la palla, in un modo o nell’altro, viaggia verso la porta araba, il portiere Al-Owais diventa un gigante e i suoi compagni di difesa grandi come lui. Intuiscono che sta passando la Storia e ci salgono al volo. Nessuno dimenticherà più la vittoria mondiale contro l’Argentina di Messi che esce a testa bassa, con gli occhi vuoti di troppi Mondiali precedenti.
Le sensazioni positive della vigilia non contano più, come non contano più i 36 risultati utili mesi in fila. Conta solo mangiare l’erba contro Messico e Polonia, avversari più forti dell’Arabia Saudita, per cercare di sopravvivere in torneo avvicinato con troppa fiducia e troppa tenerezza.
POLONIA SOLO UN PARI

La “maledizione” delle fasi finali dei Mondiali colpisce ancora una volta Robert Lewandowski: l’attaccante del Barcellona sbaglia un rigore e la sua Polonia non va oltre lo 0-0 con il Messico nella seconda partita del girone C dei Mondiali di Qatar 2022. n match non bello, sicuramente condizionato dal risultato a sorpresa di Argentina-Arabia Saudita, con i sauditi ora in testa alla classifica del raggruppamento con tre punti