SINTESI DI UNA STAGIONE FALLIMENTARE
Con il grigio pareggio maturato nella notte degli addii si è conclusa la prima stagione senza trofei dopo dieci anni. I meno ambiziosi tra di noi sottolineerebbero che “se ce lo avessero chiesto 10 anni fa avremmo firmato”, eppure perfino loro – ne sono certo – avranno in gola un ovosodo che non va né in su né in giù, poiché non più di tre stagioni fa eravamo uno squadrone vincente in Italia e stabilmente protagonista in Europa, mentre oggi le nostre mire sono orientate verso obiettivi meramente nazionali che, parafrasando l’ippica tanto cara e sbugiardando er pomata, si concretizzano in un piazzamento. A scanso di equivoci, se i due pareggi nelle coppette avessero fruttato due vittorie, la situazione non cambierebbe di una virgola, i portaombrelli sono belli se accoppiati a mobili più belli, altrimenti rimangono portaombrelli.
Se dovessi paragonare il nostro futuro ad una ricetta di quelle presentate nei programmi tanto in voga, partirei con la scelta degli ingredienti. Il primo sarebbe la chiarezza. L’impressione, sottolineo impressione, è che il mancato di tesseramento dell’extracomunitario Suarez e l’aver sostituito CRISTIANO RONALDO con Kean siano due episodi che denotano incertezza, quella per cui prendevamo (e prendiamo) in giro l’Inter, ad esempio quando tesserava Forlan ma non poteva schierarlo in Champions. L’aver acquistato Vlahovic ha messo una toppa di lusso, ma i mesi persi ci sono costati uno scudetto che avremmo potuto vincere tranquillamente e senza soffrire.
Un altro ingrediente essenziale è rappresentato da (almeno) un difensore forte. Chiellini è andato e Bonucci non è eterno, ok De Ligt (con un’offerta importante però…), ma Rugani e l’adattato Danilo non sono affidabili. I nomi fateli voi, ma ce ne serve almeno uno. Gli ingredienti di cui non abbiamo bisogno sono Alex Sandro e De Sciglio, in questo caso l’upgrade è certo con l’arrivo di un qualsiasi calciatore di Serie A.
A centrocampo, senza sognare 45 colpi impossibili e rimanendo con i piedi per terra, io terrei Locatelli, Zakaria e Mckennie, forse anche Rabiot, ma sostituirei Arthur con due ingressi, di cui uno almeno deve essere un top. Non reputo la nostra mediana più scarsa di altre che godono di maggior considerazione, credo che potendo contare su tutti gli effettivi e con gli innesti di cui parlo, sarebbe ottima per il campionato e discreto per l’Europa. Abbiamo visto che i vari De Bruyne, Verratti, Paredes, Jorginho, Barella, Brozovic, Tonali, De Jong, Tolisso e Goretzka non garantiscono comunque un percorso migliore del nostro. Io prenderei Milinkovic e Pogba, per dare anche fisicità e potenza in mezzo al campo. Anche qui, accetto consigli.
In attacco, ipotizzando la permanenza di Morata, lo spagnolo, con Vlahovic e Chiesa, garantirebbe un tridente fortissimo, ma anche qui ci vorrebbe un altro attaccante forte, che non riesco a vedere in Kean. E non è un mio limite.
A corredo di quanto detto, io farei di tutto per trovare da qualche parte quel famoso giocatore che andava di moda un po’ di tempo fa, credo si chiamasse “Amalgama”. Abbiamo ripreso Allegri per ridare un’identità alla squadra, perfino io – Allegriano da sempre – devo ammettere il fallimento del progetto, ma facciamo finta di dare la colpa ai due anni precedenti e chiudiamola qui. Il prossimo anno voglio rivedere la Juve che, possesso palla o no, se la giochi a testa alta con il Real e il Bayern, dando per scontato che la parentesi milanesotta svanisca in fretta. Non me ne frega nulla del giuoco, voglio solidità e timore negli occhi degli avversari. L’attuale rosa, con i ritocchi che auspico, sarebbe più che sufficiente per farlo. L’allenatore in passato lo è stato ampiamente.
Infine l’ingrediente definitivo, l’amore. Già, perché – interpretando spero il sentimento di tutti voi – mi sono rotto le balls di assistere impotente alle vagonate di marcio che ci dobbiamo sorbire da giornalisti, addetti ai lavori, avversari e chiunque abbia un deficit di erezione che tenta di colmare sbavando volgarità verso il Club italiano più importante. Basta sorrisi! Basta promiscuità con i rivali! Basta svenarci per la nazionale di un paesucolo che ci odia! Basta! Se poi ogni tanto si facesse un po’ di chiarezza su tutte le illazioni che vengono fuori ad ogni spiffero giudiziario, beh sarebbe un bel vedere. E poi BASTA CON QUESTO DANNATO LOW PROFILE nei confronti degli arbitri: da quando esiste il mezzo tecnologico, la VAR viene palesemente usata in modo provocatorio contro una squadra e a favore di un’altra. Sistematicamente. L’ironia contenuta nei finti complimenti ad arbitri e avversari non la capisce nessuno. Forse non è nemmeno ironia, sigh!
La pietanza, per concludere, andrebbe servita in un contenitore adeguato, come era lo JS fino a qualche anno fa, quando ribolliva passione e incuteva timore. Oggi si fanno coreografie sgangherate con il QR code, non si portano i tamburi (gli ospiti sì) e si soccombe vocalmente a qualsiasi scappato di casa che viene a giocare da noi. Non posso credere che avere un pubblico con la fedina penale pulita significhi giocare in un teatro silenzioso. In tutti gli altri stadi non lo significa, infatti ci sono bandiere, striscioni e passione ovunque e devo presumere che negli altri stadi la gente in curva abbia la fedina penale pulita come da noi.
Ecco i miei auspici per l’anno prossimo, che guarnirei con la ciliegina degli 0 infortuni. In una squadra costruita male, gli indisponibili sono stati decisivi senza se e senza ma.(DALLA PAGINA IO NON COMPRO LA GAZZETTA)