QUANDO LA VERGOGNA ALLEGRI TRAVALICA I CONFINI
Chi ha buona memoria si ricorderà che l’anno in cui Boniperti fece la rivoluzione prendendo Armando Picchi come allenatore la squadra arrivò quarta in campionato esattamente come quest’anno ma allora l’accesso alla Champions era riservata, giustamente secondo me, solo alla squadra campione, le altre fino alla quarta si qualificavano alla Coppa delle Fiere, che sarebbe poi diventata Coppa UEFA. Cosa avrebbe da spartire quel quarto posto con quello di oggi? Nulla di nulla se non che, piccolo dettaglio, Picchi era concittadino di Allegri, livornesi entrambi. Ricordo quell’annata, campionato ’70-’71, come una delle più belle della nostra storia anche se non si vinse nulla ma la squadra era praticamente l’antipasto di quella che sarebbe diventata negli anni successivi con i vari Bettega, Furino, Anastasi, Capello, Causio, Spinosi, Landini, Marchetti eccetera con Helmuth Haller e Sandro Salvadore a fare da chioccia. Ebbene, quella squadra era uno spettacolo a livello di gioco, spumeggiante, aggressivo, alla continua ricerca del gol, c’era però anche tanta ingenuità dovuta alla gioventù dei nostri ragazzi che le partite le dominavano quasi sempre e poi cadevano in quegli errori tipici che con avversari ricchi di vecchi marpioni non puoi permetterti perché al minimo errore te la fanno pagare. Era però una squadra che usciva sempre tra scroscianti applausi del pubblico che capiva perfettamente che quei ragazzini sarebbero stati il futuro. La sfortuna che colpì Armando Picchi è stata una ferita profondissima perché morire a poco più di trentasei anni fa accapponare la pelle e sono certo che le basi che lui mise nella costruzione di quella squadra furono importantissime ma la tragedia bloccò sul nascere un progetto di gioco che per quei tempi era avveniristico. Perché ho voluto fare un paragone tra quel quarto posto e quello di oggi? Quello era stato frutto di una vera annata di transizione ma la Juve usciva dal campo sempre a testa alta, c’era solo da essere orgogliosi di quei ragazzi che in campo davano tutto e per lunghi tratti mostravano un calcio di alto livello
. Di oggi cosa possiamo dire se non che possiamo solo vergognarci di assistere domenica dopo domenica a spettacoli indecorosi, indecenti, persino grotteschi. Siamo arrivati al punto di suscitare le risate di telecronisti polacchi al cambio Vlahovich-Chiellini. Molti diranno “ma chi se ne frega”, certamente, il mio è un discorso personale, ma in tantissimi anni di Juve le vergogna che sto provando in quest’annata non l’avevo manco vissuta in serie B perché li le motivazioni erano ben altre. Qui non è solo questione di gioco scadente o meglio assente e dico gioco ma non dovrei, la vergogna mi assale prepotentemente quando sento parlare Allegri con le sue cazzate quotidiane, la banalità dei suoi discorsi, la totale assenza di autocritica. Se il bilancio di una annata dice che la nostra miglior partita è stata quella con i cartonati, ovviamente persa e qui non voglio andare nei dettagli arbitrali, la dice lunga sulla qualità delle nostre prestazioni grazie a quello che dovrebbe essere un maestro di calcio e invece pare sia messo lì apposta per rovinare tutto il buono che può esserci che per molti è poco, per me sarebbe più che sufficiente per dominare in Italia e arrivare almeno ai quarti in Europa. Quando vedo e sento parlare Allegri spesso penso ad Armando Picchi e alla sua signorilità e mi chiedo come una società come la nostra possa sopportare di essere rappresentata da un simile individuo, fosse almeno in grado di dare un gioco decente, ma manco quello, sembriamo in campo gli ometti del calcio balilla, tutti fermi, bloccati, senza un po’ di anima. Purtroppo va così, speriamo in un miracolo. Sempre forza JuveDanilo Girardi