IL LIONE ESEMPIO DI NECESSITA’ VIRTU’,ALTRO CHE MESSI E RONALDO

Adesso è la volta dei santoni delle pagine web Juventine che riportano la frase in senso sarcastico :”Chi propone va avanti, chi specula va a casa. Sempre” per sostenere la tesi del fantino che ormai bisognerebbe davvero cominciare a cancellare dai ricordi.Gente ovviamente che non sa che consistenza abbia il pallone.
Sono gli stessi che hanno rotto i maroni per una settimana a Sarri per essere usciti con la settima del campionato francese (refrain).Perché per costoro la Juventus con il Lione in casa avrebbe dovuto speculare magari per passare il turno (ma come ma non erano scarsi?) e così anche Pep Guardiola con il City.
Prendono a pretesto qualunque risultato possa sembrare utile a corroborare quelle stupide interviste post partita degli ultimi anni.Mica hanno visto che sia a Torino che con il City il buon Garcia, che si ritrova una squadra tecnicamente inferiore agli avversari, nel finale cambia tutti e due gli attaccanti sostituendoli con altri due attaccanti mentre il loro mentore, nella stessa situazione, avrebbe fatto entrare altri due difensori facendosi schiacciare nella propria area fino all’irreparabile.

 


Il Lione deve giocare in un certo modo per colmare il gap tecnico nei confronti degli avversari, non la Juve che dovrebbe sfruttare quel gap tecnico dei singoli (di cui Garcia non dispone) con un atteggiamento più dominante sul campo di gioco mettendoli maggiormente in condizione di fare male agli avversari.
Poi, può capitare che Sterling ad un metro da una porta vuota la butti in curva così come Bernardeschi che, dopo un dribbling ubriacante che non gli riusciva da tre anni, invece di sfondare la porta s’innamori della sua stessa immagine riflessa in uno specchio d’acqua e muoia cadendo nel lago in cui si era voltato per aggiustarsi i fluenti capelli dorati.
Per cui, detto che poi sono i giocatori in campo a determinare l’esito delle partite e non mi pare che la Juventus abbia investito poco in questi anni, nessuno ha la verità in tasca su cosa bisogna fare per vincere la Champions perché è soggetta a tante variabili ancor più complesse in questa edizione ma di sicuro vince spesso il più forte e chi dimostra sul campo di esserlo anche come mentalità e se alla Juve non la alziamo da 24 anni di sicuro forse manca proprio quella e manca da quando un certo Marcello Lippi, proveniente da una realtà non da grande club, in due anni, senza i Ronaldo o i Messi, cambiò il volto di una squadra supportato completamente da una società forte. Ecco, di questo dovremmo parlare, di dati oggettivi senza tirare sempre in mezzo la sfortuna dal momento che, in 24 anni e 15 scudetti, anche solo per culo chiunque altro magari l’avrebbe vinta comunque.Paolo Scola

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