COME SONO STRANI I TIFOSI DELLA JUVENTUS
Non sapete quanto mi divertano i commenti di molti Juventini che per mesi hanno scritto #Sarriout paventando scenari apocalittici se non avessimo cacciato subito l’allenatore.
Oggi, dinanzi al vantaggio di 8 punti sulle seconde, sono costretti a rimodulare il registro ed ecco che il campionato di serie A si rivela non competitivo (gli Juventini intelligenti lo sostengono da anni), che un’eventuale Champions (per cui evidentemente non sbavano visto il fastidio con cui lo dicono) non sarebbe merito dell’allenatore ma del gruppo ecc perché del gioco di Sarri non si è vista traccia.
Eppure, molto spesso, sono Juventini che inseriscono nel palmares dell’ex allenatore le finali di Champions perse.
Strani questi Juventini eh?
Ricordo un solo allenatore ingaggiato più per fare un certo tipo di gioco che per vincere ed era Maifredi. Per il resto, la Juve ingaggia allenatori con lo scopo principale di vincere.
Per questo è stato preso Sarri (o chiunque verrà in futuro), perché in società si temeva che con l’allenatore esonerato fossero più le probabilità di perdere che di vincere.
Perché è anche questo un po’ il problema, fino all’anno scorso la società era un coacervo di menti elette. Quest’anno improvvisamente hanno perso il senno.
Come detto in altre occasioni, il diritto di critica è legittimo e giusto visto che finanziamo tutto questo spettacolo, ma chi riteneva che la critica fosse da catalogare come un tifo contro la propria squadra oggi critica quelli che non criticano abbastanza.
Siamo una tifoseria ambigua. Di certo, dal tenore di certi post o commenti, viene forte il sospetto che molti preferirebbero uscire dalla Champions con il Lione per i soliti retropensieri su ciò che fu e non è più stato. Per non dover attribuire meriti anche all’allenatore, per non dover prendere atto una volta per tutte che ancora una volta questa società aveva visto giusto così come accadde con Conte in quel Luglio del 2014. Perché poi tutto ciò che è venuto dopo è frutto, nel bene e nel male, di quella data simbolica e della solita gara a chi ce l’ha più lungo.Paolo Scola