ALLEGRI CHIEDA SCUSA A DYBALA
Non vi è nulla di male nel chiedere scusa. Anzi, lo ritengo un atto doveroso per chi dopo aver preso atto del proprio errore lo ammette con serena onestà intellettuale. Osservando per commentare gli avvenimenti e i personaggi del calcio è piuttosto facile scivolare sulla buccia di banana del giudizio frettoloso. Il gioco del pallone rappresenta ciò che di più opinabile e mutevole vi possa essere al mondo. Troppe sono le componenti, psicologiche e tecniche, che di volta in volta determinano improvvisi mutamenti di rotta e quindi inducono a cambiare o anche soltanto ad ammorbidire la critica. E forse il bello del gioco sta proprio in questo risvolto suggerito all’imprevedibilità.
Tagliando corto, trovo giusto e serio rivedere i concetti da me espressi sulla figura di Paulo Dybalache, nello scorso editoriale scritto dopo la partita contro il Frosinone, avevo descritto come un “vuoto a perdere” per la squadra bianconera. La smentita, francamente inattesa ma anche consolante per chi ama la Juventus, è arrivata quasi subito dopo l’avvio del confronto con il Bologna con quel pallone velenoso e malandrino che il campione argentino ha infilato nella rete avversaria. Un gesto tecnico frutto di innato talento il cui significato profondo è stato quello di una liberazione per la “Joya” e per i suoi estimatori. Naturalmente, come suggeriva De Gregori con la sua canzone su “Nino”, non è da un calcio di rigore che si giudica un giocatore. Quindi neppure da un gol, specialmente se a segnarlo è un personaggio pagato per farlo.
Dybala però, poi, è andato oltre e come un convalescente avviato lungo la via della guarigione ha dato segni positivi di ritrovata vitalità e voglia di fare anche attraverso lo sguardo del suoi occhi che ultimamente parevano spenti e in uno stato di assenza. La cosa strana e se vogliamo un po’ buffa è che la risalita fisica e morale dell’argentino è andata stranamente a coincidere, almeno ieri sera, con un improvviso calo di Ronaldo il quale ha lasciato un poco a desiderare. Evidentemente non si può avere tutto e tutto insieme dalla vita. E’ augurabile e sarà importante che la coppia entri in funzione ben sincronizzata contro il Napoli di Ancelotti.
Tornando però a Dybala e alla sua smentita sul campo alle eccessive critiche mi pare altrettanto giusto sottolineare che lo stesso Allegri deve aver finalmente realizzato di aver sbagliato decidendo di far giocare il campione argentino in una posizione per lui innaturale dove il suo talento veniva non poco mortificato. Sul fatto che Dybala, come afferma il tecnico bianconero, debba “giocare con continuità” per ritrovare completamente se stesso non vi dovrebbe essere più alcun tipo di dubbio. Ma è altrettanto sicuro che Dybala debba essere impiegato per svolgere i compiti che può e che sa fare. Cosa che non è avvenuta fino a ieri. Allegri, insomma, dovrebbe ricordare ciò che Platini rispondeva a Trapattoni che di chiedeva di fumare meno per poter correre di più. “Mister, a correre ci deve pensare Bonini. Io mi occupo di altro”. Ça va sans dire…Marco Bernardini Fonte Ilbianconero.com