JUVENTUS E MILAN AL QUIRINALE DA MATTARELLA
“L’Italia non può essere una nazione mediocre, siamo sempre stati un’eccellenza e dobbiamo continuare ad esserlo”, firmato Buffon. “Troppo spesso si perdono di vista le reali finalità di questa disciplina, godiamoci la festa e facciamo divertire i milioni tifosi che ci guarderanno”, parola di Bonucci. Se le premesse sono queste, domani sera all’Olimpico vedremo uno spettacolo, di sport e di lealtà. Juventus-Milan, la finale di Coppa Italia, si gioca domani alle 21, ma bianconeri e rossoneri si sono ritrovati già oggi pomeriggio al Quirinale, ricevuti dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e hanno lasciato ai loro capitani l’onore di rappresentarli davanti al Presidente.
BUFFON — “La ringraziamo per averci trasmesso questo invito, al quale abbiamo risposto con grandissima gioia e partecipazione – dice Gigi Buffon -. Siamo qua a rappresentare il calcio italiano per quello che domani sarà una semplice finale di Coppa Italia. È una coppa che è stata rivalutata in questi ultimi anni, rispetto allo svilimento degli ultimi tempi. Questo fa capire che quando c’è sentimento e voglia si può rendere bello qualcosa che è in declino. Sono state molto brave le istituzioni del calcio. Sappiamo benissimo cosa significhi rappresentare Juventus e Milan in questa partita, noi da parte nostra possiamo promettere massimo impegno e lealtà e saremo i primi a stringere la mano al Milan in caso di vittoria e mi auguro il contrario in caso di nostra vittoria. Alcuni segnali distensivi, spesso, fanno bene non solo allo sport. Non è compito mio entrare nel merito della politica, quello che le chiedono tutti gli italiani è quello di renderci orgogliosi e di avere fiducia per un futuro migliore sotto tutti i punti di vista. Lo meritiamo noi italiani per la storia che abbiamo. L’Italia non può essere una nazione mediocre. Siamo stati sempre un’eccellenza in tantissime cose e dovremo continuare ad esserlo. Ci affidiamo a persone di valore come lei”.
BONUCCI — “A nome di tutto il Milan, che è mio onore rappresentare in questa sede, ringrazio il presidente per questo invito – dice Leonardo Bonucci -. A lei e a tutti i presenti, compresi i miei avversari per i quali nutro ancora un grande affetto. Voglio raccontare un episodio che mi ha colpito in questo ultimo weekend. Ho avuto il prestigio di conoscere Ermanno, un ragazzo di vent’anni affetto da sindrome di Down, che ha voluto partecipare con dolcezza e commovente spontaneità ad osservare Milan-Hellas. Quando ci siamo incontrati a fine partita, quando ci siamo incontrati e avere la possibilità a stare insieme a chiacchierare, non ha mai pronunciato la parola partita. Per sua stessa emozione e gioia è stata solo una festa, vissuta con entusiasmo ed entusiasmo senza pari, che ha contagiato tutti, in primis la mia famiglia. Ermanno mi ha insegnato che si può trasformare una sfida ad alto contenuto agonistico in uno spettacolo rispettoso dei valori che incarnano il nostro sport. Noi e la Juventus abbiamo il dovere di celebrare la grande festa del calcio. Il Milan farà la sua parte e per esperienza diretta lo farà anche la Juventus. Troppo spesso si perdono di vista le reali finalità di questa disciplina, godiamoci la festa e facciamo divertire i milioni tifosi che ci guarderanno”.
MATTARELLA — “Quando l’arbitro non si nota vuol dire che i protagonisti stanno svolgendo bene il loro compito”, osserva invece il Presidente Mattarella. Che riprende il paragone con gli arbitri, “miei colleghi”, ricordando che nel suo discorso di insediamento davanti alle Camere riunite si era paragonato proprio a un direttore di gara: “In quell’occasione ho chiesto anche ai giocatori di aiutare l’arbitro, che può condurre bene un incontro se c’è un impegno leale dei giocatori. Vedo spesso tanti esempi di correttezza durante e dopo il gioco, sono esempi importanti perché si trasmettono ai giovani”.