Stazione spaziale cinese: l’Italia è esclusa dalla zona a rischio

L’Italia è esclusa dalla zona a rischio per il rientro della stazione spaziale cinese. Lo ha detto all’ANSA Tommaso Sgobba, direttore della Iaas (International Association for The Advancement of Space Safety), sulla base delle previsioni del Joint Space Operations Center (JSpOC) Usa. Il JSpOC indica il Sud Atlantico come la zona più probabile del rientro, ma non esclude Sudamerica, Grecia, Turchia, Asia centrale e Cina.

L’ora di rientro è ora indicata alle 2:44 di stanotte, “con una finestra di incertezza tra un’ora e mezza e le due ore e mezza”.

La zona del rientro potrà essere indicata con certezza solo con un anticipo di 40 minuti circa, ma fin dalla mattinata i calcoli hanno permesso di escludere alcune zone: prima America centrale e settentrionale, poi gran parte dell’Australia, quindi la Nuova Zelanda; nel pomeriggio erano fuori dalla zona a rischio anche Africa sud-orientale, India e Indocina. Questa progressiva esclusione proseguirà nelle prossime ore, in modo sempre più rapido e preciso, mentre la Tiangong 1 continuerà a scendere fino a raggiungere la quota cruciale, quella di circa 80 chilometri alla quale si prevede possa avvenire l’impatto.

Si concluderà così la lunga storia cominciata nel marzo 2016, quando la Cina dichiarò di aver perso i contatti con la sua prima stazione spaziale, il ‘Palazzo celeste’ che avrebbe dovuto concludere la sua vita operativa nel 2013 e che è invece finito fuori controllo, in caduta libera verso la Terra.


Il passaggio della stazione spaziale Tiangong 1 sulla Francia filmato dall’astrofilo Thierry Legault

 

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