PARLA DE SCIGLIO,DALL’ERRORE DI SUPERCOPPA ALLE SUPER PRESTAZIONI
De Sciglio cresce di partita in partita.Il terzino voluto da Marotta,non da Allegri,il dg lo avrebbe voluto già da qualche anno.
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TORINO – Pagato dazio alla legge dei grandi numeri contro l’Inter, che è riuscita a impedirle di segnare in campionato dopo 44 partite, la Juventus ha subito dimostrato che quello con i nerazzurri è stato un digiuno episodico. A Bologna la squadra di Massimiliano Allegri ha piazzato tre volte il pallone alle spalle di Mirante, registrando un altro 44: in questo caso si tratta dei gol in campionato, una cifra che alla 17ª giornata la Juventus non toccava dal 1959-60, dai tempi di Boniperti, Sivori e Charles. E visto che la terza di quelle reti l’ha segnata Blaise Matuidi, i bianconeri sono anche diventati assieme alla Lazio la squadra di Serie A che ha mandato in gol più giocatori: 13 (il Napoli e la Roma sono a 11, l’Inter a 8, per citare le altre grandi).
I SEGRETI – Ma quali sono i segreti della macchina da gol bianconera? I giocatori bravi, direbbe probabilmente Allegri ricordando che il calcio è semplice. E la qualità dei singoli è sicuramente il fattore più evidente alla base della prolificità della Juventus: è più facile segnare avendo un centravanti e un rifinitore tra i più forti al mondo come Higuain e Dybala, per citarne solo due.
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TUTTE LE STRADE PORTANO AL GOL – A permettere alla Juventus di trovare il gol con frequenza da record, però, è anche la varietà delle soluzioni collettive: mentre Napoli, Inter e Roma hanno un assetto tattico e uno sviluppo della manovra ben definiti, la duttilità di Allegri nello schierare la squadra bianconera la rende molto difficile da decifrare. Anche perché i cambiamenti non avvengono solo tra una partita e un’altra, ma anche nello stesso incontro e senza bisogno di sostituzioni. A Bologna la Juventus era schierata con un 4-3-3 che in fase offensiva diventava però spesso un 3-3-4, con due punte centrali anziché una: Mandzukic si accentrava accanto a Higuain e Alex Sandro saliva a fare da ala, mentre la difesa passava a tre con De Sciglio che si accentrava. Il gol del croato, però, è nato invece da un’azione tipica del 4-2-3-1, con Pjanic momentaneamente salito dalla posizione di regista basso a quella di trequartista, per ricevere la sponda di Higuain e lanciare l’esterno offensivo (Mandzukic) nello spazio che il Pipita aveva liberato andando incontro alla palla.