Higuain fa piangere Napoli
Una coltellata al cuore dei napoletani. Inferta quando la ferita dell’addio era ancora grondante di sangue. Il gol decisivo di Gonzalo Higuain, che sigilla il 2-1 con cui la Juve batte il Napoli, spalanca al Pipita le porte del pianeta Juve. Il centravanti che secondo i suoi detrattori non segna mai quando conta, manda a referto il più pesante degli 8 gol fin qui segnati in bianconero. Con cui Allegri si mette in tasca la prima vittoria stagionale in uno scontro diretto. La stoccata del più atteso, stasera nella rinomata versione “una palla pulita un gol”, chiude una partita molto equilibrata. Piuttosto bloccata, con poche occasioni. In cui il Napoli si fa leggermente preferire sul piano della manovra, ma in cui la Juve mostra l’efficacia della grande squadra. Capace di vincere anche quando non indossa l’abito migliore di un armadio che resta da principessa.
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GALLERIAIl film di Juve-Napoli
TATTICA SÌ, EMOZIONI NO — Il primo tempo, che fa annotare un destro centrale di Allan parato da Buffon e Reina che non va oltre l’ordinaria amministrazione, va in archivio col più incontestabile degli 0-0. La Juve fa una fatica immane a portare la palla sulla trequarti del Napoli. Manca Dybala e soprattutto Hernanes non è mai regista illuminante. Anzi, lo Stadium trema in occasione di tre palle perse da brividi. Il Pipita e Mandzukic restano senza benzina nel motore, tranne quando Khedira pesca il corridoio per Higuain, chiuso da un recupero di Chiriches che è la miglior cosa vista in 47’, insieme a un cross col destro di Alex Sandro che è prelibatezza assoluta. Il Napoli è bravissimo a soffocare la Juve coi tre davanti e i centrocampisti, anche se non riesce a creare pericoli. Diawara, a cui un mediocre Pjanic butta più di un occhio, mostra bella personalità. Ma con gli esterni che non saltano mai l’uomo e un centravanti in grado di giocare spalle alla porta, la Juve non trema mai.
BENVENUTA PARTITA — In chiusura di primo tempo arriva l’ennesimo infortunio muscolare per Chiellini. Allegri decide di giocare subito la carta Cuadrado. Non si può più aspettare per variare uno spartito a una sola nota. Ma Juve-Napoli si accende su un episodio in avvio di ripresa, nella fattispecie un’oscena svirgolata di Ghoulam, che invece di spazzare mette in porta Bonucci. Il difensore ringrazia e di sinistro fulmina Reina. Il Napoli è bravo a reagire subito e a trovare il meritato pari: Insigne imbecca Callejon, bravo a battere Buffon di destro. Due i principali colpevoli sul fronte Juve: un Hernanes troppo contemplativo sulla giocata di Insigne e un Lichtsteiner allineato male.
CHE BEL MARCHISIO — Mancano 35’ alla fine. La Juve riesce ad aggiungere qualità, iniettando nel motore, oltre al solito Sandro e a Cuadrado, un Marchisio che in 28’ dà più brillantezza al gioco di Pjanic ed Hernanes messi assieme in tutta la partita. Prima della Pipita di Higuain, intelligente a seguire la respinta di Ghoulam sull’inserimento di Khedira e a colpire col sinistro dove Reina non può nemmeno provare la parata. Finisce 2-1, nonostante un paio di mischie in area Juve. Il Napoli scivola a meno sette, i bianconeri provano la prima fuga in testa al gruppo. Nonostante la gamba non sia ancora quella del Vincenzo Nibali dei giorni migliori.